martedì 29 maggio 2012

Risonanze, coincidenze, ambiente attivato

I nostri vicini, qui a Boston, sono P. e M. P. è  un architetto inglese, che ha a lungo soggiornato in Italia, ama la lirica, oltretutto è un coltissimo e fluido affabulatore. Lo ho conosciuto domenica scorsa mentre pitturava la staccionata  di fronte alla sua abitazione (una giornata di lavoro sereno e meditativo, con le romanze di Bellini in sottofondo). M. è psicologa, insegna all'università ma è anche terapista, lavora tra l'altro con la pet therapy, la cura dei disagi psichici con i cani e gli animali domestici. Ieri sera ci hanno invitato a cena, facendo per noi delle ottime pizze e una squisita insalata.  Con M. ho parlato a lungo: insegna anche meditazione yoga, terapia della risata, e altre cose che abbiamo condiviso. Lei mi ha fatto sentire le canzoni che usa nella didattica e nella pratica, io le ho fatto conoscere la performance di meditazione Zen di Tony Scott.  Abbiamo anche parlato della psicologia positiva, che sta andando alla grande qui negli USA, cioè la psicologia basata sullo sviluppo dei punti di forza, sull'idea del flourishing anziché su quella della "terapia" e della cura dei problemi. Proprio in questi  giorni sto leggendo il recente libro di Martin Seligman, già presidente della American Psychological Association, in cui egli getta le basi scientifiche del concetto di wellbeing (come differeniato dal concetto di "happyness") e stavo così sviluppando le idee sulla psicologia apprezzativa e sul modello PAAR (Participative, Appreciative, Action and Reflection) che da qualche anno ho adottato con l'associazione Reflective Learning. Qui negli Stati Uniti è molto forte la pressione a dimostrare in modo scientifico (secondo le metodologie della "evidence based research") che le cose che si promettono - e per cui si chiedono i soldi - "funzionano", in quali condizioni, con quali soggetti, con quale tipo di interventi. E' un problema di responsabilità, anzi di affidabilità e accountability. Ciò costringe i terapisti a fare ricerca e ad essere interessati alla ricerca e sostiene la responsabilità professionale di chi interviene in questo campo e promette cose.  La premessa della positive psychology è realista: i disagi  psichici non possono essere "curati", è dimostrato che spesso la loro origine è genetica: però si può fare in modo che le persone stiano bene e "fioriscano" ugualmente, partendo dalla consapevolezza e dal potenziamento dei propri punti di forza (strengths). Si può puntare al benessee, mentre è più difficile puntare alla felicità. In Italia è stata fondata una associazione di Psicologia Positiva.
Ringrazio Seligman per il suo libro, ringrazio M. per la sua esperienza di insegnamento, ricerca e lavoro che mi ha comunicato, e ringrazio Tony Ghaye (presidente di Reflective Learning internal) per questa prospettiva di impegno e di riflessione alla quale mi ha introidotto più di due anni fa.  Gratitudine, impegno, responsabilità, consapevolezza, scambio, risonanza, ..... solo coincidenze (?).

Qualche pista:
M. Seligman, Flourish, Free Press, 2011.
L'intervento deel Prof. Seligman su TED:
http://www.ted.com/talks/martin_seligman_on_the_state_of_psychology.html
Link della Associazione per la Psicologia Positiva
http://www.psicologiapositiva.it/intro_psicologia-positiva.htm
Link di Reflective Learning:
http://www.rl-international.com
http://reflectivelearning.it

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