venerdì 12 ottobre 2012

Marte



Da Cronache marziane, il capolavoro di Ray Bradbury (Oscar Mondadori, numerose ristampe). pp. 130 e sgg.

Incontro di notte

Prima di avviarsi su per le colline azzurre, Tomàs Gomez si fermò a fare il pieno di benzina davanti al solitario posto di rifornimento.
- Un luogo piuttosto isolato questa, eh, nonno? - disse Tomàs.
- Non c'è male.
- Ti piace Marte, nonno?
- Molto.C'è sempre qualcosa di nuovo. Decisi quando venni qui, l'anno scorso, di non aspettarmi nulla, di non chiedere nulla, di non stupirmi di nulla. Dobbiamo dimenticare la Terra e la vita che ci facevamo. Dobbiamo tener presente il motivo per cui siamo qui e la diversità di questo mondo. Io mi sono divertito straordinariamente solo a vedere il tempo che ci fa, su questo pianeta. E' meteorologia marziana, capisci? Caldo infernale di giorno, freddo dannato la notte. E la soddisfazione che si ha a vedere come sono diversi i fiori, come è differente la pioggia, dove la metti? Sono venuto su Marte quando sono andato in pensione e ho voluto andare in pensione in un posto dove tutto fosse diverso. Un vecchio ha bisogno di avere intorno delle cose diverse. I giovani si annoiano a parlare con un vecchio e gli altri vecchi lo annoiano terribilmente. Per cui pensai che la cosa migliore per me fosse scegliere un posto così diverso che bastasse aprire gli occhi intorno per divertirsi. Sono riuscito a ottenere questa stazione di rifornimento. Se ci sarà da sgobbare troppo, mi trasferirò su qualche altra arteria meno densa di traffico, dove mi sia possibile guadagnare abbastanza da vivere e insieme avvertire la differenza delle cose, qui.
- E l'hai pensata giusta, nonno - disse Tomàs, le mani brune abbandonate languidamente sul volante. Era contento, a suo agio. Aveva lavorato sodo per dieci giorni di fila in una delle nuove colonie ed ora sveva due giorni di ferie e si stava recando a una festicciola.
- Non c'è più nulla che mi stupisca, ormai riprese il vecchio.
Mi limito a guardare intorno. A fare prove. Se non puoi prendere Marte per quello che è, tanto vale tornare sulla Terra. Tutto è pazzo quassù, il suolo, l'aria, i canali, gli indigeni (io non ne ho visto mai uno, ma sento dire che se ne vedono) gli orologi.
Perfino il mio orologio si comporta da pazzo. Perfino il tempo fa il pazzo quassù. Talvolta sento che sono qui tutto solo, che non c'è nessun altro su tutto questo pianeta matto. Ci scommetterei non so che, su questo pianeta. A volte è come se non avessi più di otto anni, col corpo tutto striminzito e ogni altra cosa grande, alta, che mi schiaccia. Gesù, questo è il pianeta che ci vuole a un vecchio. Mi tiene sveglio, mi tiene allegro, Vuoi sapere cos'è Marte? E' come un regalo che mi fecero per Natale settant'anni fa (non so se ne hai mai avuto uno)... li chiamavano caleidoscopi,  eran fatti di pezzettini di vetro e di stoffa, di perline, di cianfrusaglie, insomma. Lo guadavi controluce e... ti toglieva il fiato. Quanti disegni, immagini, figure, ci vedevi! Ebbene, Marte è così. Godilo. Non chiedergli di essere qualche altra cosa. Gesù, ma lo sai che quella magnifica strada fra i monti, costruiti dai marziani, ha più di sedici secoli ed è ancora in buone condizioni? E' un dollaro e cinquanta cents.  Grazie e buon viaggio.
Tomàs si lanciò sull'antica autostrada, ridendo in silenzio tra sé.

(.....)




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